martedì 25 novembre 2008

Lo stage col maestro Fujimoto.

Questo week-end, nella mia città, ho partecipato allo stage del Maestro Fujimoto. Sono stato molto gratificato da quanto è stato spiegato e dimostrato. Il maestro ha sottolineato la necessità di fare l'Aikido senza usare la forza, adattandosi l'azione di tori all'azione di uke. Se uke entra lasciamo che entri lui, se uke non entra entriamo noi. Ha fatto capire che tori non sta solo fermo ad aspettare l'azione di uke, ma la può provocare. Ha ripetuto come sia importante che tori applichi la tecnica nel rispetto di uke e come uke la accetti senza timore, come se ricevesse un massaggio profondo. Ha ribatito come tori debba mantenere la direzione durante l'azione e come anche uke debba mantenerla. Ha dimostrato come i movimenti a mani nude siano gli stessi che si fanno con la spada. Ancora ha ribadito l'omolateralità del movimento degli arti. La coscienza della dislocazione del peso del corpo sui piedi prima di muoversi e durante il movimento. La centralità dell'azione di torì. La spiralità dell'azione. Il controllo ed il vantaggio che tori deve avere guidando uke verso posizioni scomode. Il principio di azione e reazione applicato da tori che guida un uke che segue ma non vuole sottostare. Se abbasso uke lui si rialza. La ricerca costante del punto di squilibrio di uke. Interessante tra le altre l'associazione deli gli esercizi di scioglimento delle mani ed il Do-in. Non sapete cosa è il Do-In ? Insomma ottimo stage. Il maestro Fujimoto ha dato molto, credo che abbia dato molto di più di quello che abbiamo dato noi a lui e un dubbio mi rimane. Se uno riceve da te meno di quello che gli dai: poi torna ? Speriamo di si. Adesso non ci resta che provare, continuare a mettere in pratica quanto detto.

mercoledì 12 novembre 2008

Gli scacchi.

Una cosa vecchia che ritorna, è la passione per gli scacchi. Ho trovato un circolo di scacchisti abbastanza vicino e quando posso li vado a trovare: per giocare. Cosa sono, cosa si prova a giocare a scacchi ? Una domanda alla quale è difficile rispondere. Durante una partita il mio compagno di gioco, senza mezzi termini, ha detto: "gli scacchi sono una brutta bestia".

Non sono morto.

Come mai non sto scrivendo sul blog ? Me lo domando anche io. Forse non ho niente da dire ? Tutt'altro ! Tuttavia non scrivo. Ecco la spiegazione che mi sembra più appropriata. Stanno accadendo tante cose, cose belle e cose brutte... Tutte insieme avvengono simultaneamente senza chiedere il permesso. Cose nuove e cose vecchie. Che confusione ! Devo ancora digerirle, metabolizzarle. La mia attenzione adesso è tutta presa dall'agire, lasciando poco spazio al pensare e quindi allo scrivere.

martedì 2 settembre 2008

Come inserire nei post un link a youtube.

Questo post, vuole mantenere la promessa fatta ad un amico di illustrargli come inserire filmati da youtube sul blog. Mi sono ispirato a un filmatino che illustra le cadute. Lo posso inserire nel post in due modi.

1) - Puoi vedere il filmato avviandolo direttamente cliccandoci sopra:







2) - Puoi vedere il filmato cliccando sulla riga sotto evidenziata

Cadute soffici


------------------------------------------


Cliccando sopra l'icona qui a sinistra puoi vedere il testo che è stato scritto nel post in modalità "Modifica Html" per ottenere il risultato che si vede sopra la linea tratteggiata.


Nel metodo 1, basta selezionare e copiare bene tutto il codice che appare su youtube, nella casella a destra del filmato stesso sotto la scritta "embed:". Tale codice è racchiuso tra due marcatori di tipo "object".
Mettere il post in modalità "Modifica Html" e incollare tale codice dove si vuole che appaia il filmato. L'anteprima è di aiuto per vedere come stanno andando le cose.

Nel metodo 2 il codice che ci interessa è compreso tra due marcatori di tipo "a href". In pratica basta copiare la stringa che si ricava da youtube, estraendo e sostituendo nel codice solo la parte che indica l'url http://www.youtube.com/v/kItc4PJtCa4 scritta più o meno così tagliandola alla prima & (e-commerciale). Resta da modificare la scritta "cadute soffici" con la scritta che si vuole fare apparire. Naturalmente il lavoro fatto in maniera sprecisa non funziona.


Lo so che per in poco esperti non è molto chiaro, comunque provate lo stesso ed in ultima battuta, se proprio non ci riuscite, inserite un link direttamente a youtube, come nell'esempio sotto.

Link diretto a filmato su youtube che illustra come imparare le cadute volanti con l'aiuto di un partner

Nota: Quest'ultimo filmato è diverso da quello usato negli esempi precedenti e può servire per prendere ispirazione. Provando si scopre che c'è il rischio di dare una bella testata sul piede del partner a meno che questi non si ponga in un posizione di anhmi corretta (destra/sinistra) a seconda della mano che offre a chi prova. Cosa che il maestro, in questo caso, a volte fa e a volte non fa. Comunque di solito si fa male di più quello che batte la testa sul piede, ma più si fa male lui e più si fa male anche l'altro. Bisogna anche notare che la presa avviene sul polso e chi aiuta non deve tenere, piuttosto è bene che pensi a stare con la schiena bella diritta. Quindi attenzione eeh ??????

lunedì 28 luglio 2008

Fai uscire il sonno che è in te.

Questi giorni passati sono stato in alta montagna, ho abitato dentro rifugi affollati di persone che la sera, la notte, avevano oltremodo voglia di continuare a stare svegli rendendo difficile il riposo degli altri. In queste mie nottate in camerata, ho potuto osservare tanti atteggiamneti diversi. Ho visto qualcuno prendere pasticche, altri ascoltare musica in cuffia, altri bere, altri fare la doccia, altri ancora rigirarsi nel letto fino allo sfinimento. In particolare mi ha colpito un amico di vecchia data che si metteva a letto e dormiva istantaneamente. Gli ho chiesto come era possibile addormentarsi così. La risposta è stata come un colpo di gong: "semplicemente faccio uscire il sonno che è in me". La sera stessa ho provato a seguire questa idea e subito e mi sono addormentato.

martedì 15 luglio 2008

Siamo fermi qui in un mondo che gira

Sabato sera, per ragioni che non sto a raccontare, mi sono trovato seduto da solo ad un tavolo su di una veranda. Ad un certo momento è arrivata una persona a me sconosciuta, l'ho seguita con la coda dell'occhio mentre andava a posizionarsi proprio dietro di me. Non voglio cercare significati ne possibili motivazioni a questo comportamento, certo è che avere una persona inchiodata dietro le spalle ha cominciato a pesarmi in maniera abbastanza realistica, come se la sua presenza mi toccasse. Senz'altro è tutto frutto della mia fantasia, però ho pensato di provare a spostarla da dietro lavorando su quella sensazione di presenza che mi dava. Ho pensato di toglierla di li spingendola via, immaginando di espandermi e di occupare lo spazio dove stava lei. Che pensare quando si è spostata davvero e se ne è andata ? Forse è stato per via del mondo che gira ?

giovedì 19 giugno 2008

Magico Nobuhiko Watanabe Sensei


Credo che lui sia vagabondo come me, peccato che io non sono bravo come lui

al 1986 all Japan Aikido Demonstration


se non vuoi lavorare, fai lavorare gli altri

al Budokan 2003


qui c'hà de cingini leghi ale mane ?

spreco di Ki


stupefacente



mercoledì 11 giugno 2008

Conviene sempre non capire niente.

L'efficacia nell'esecuzione delle tecniche deve essere sempre un adattamento tra chi la applica e chi le riceve, in pratica tori non deve superare uke e neppure deve farlo attendere, lo stesso vale per uke. Se non avviene così: uke e tori non si divertono a praticare insieme ed evitano di incontrarsi sul tatami. Accade di frequente che chi realizza questo principio tenda ad evitare chi non lo capisce. Così colui che non capisce, siccome non capisce, continua a non capire ed inizia un azione, un tentativo di comprensione che spesso sul tatami si realizza in una continua correzione dell'altro. Cerca così, in ogni modo, di correggere, di ricostruire un rapporto che non comprende, spesso con evoluzione di eventi che alla fine fanno sentire l'altro una merda. No, non parlo di me ! Morale: conviene sempre non capire niente.

giovedì 5 giugno 2008

Un bivio per non scegliere.

Ancora un bivio sulla mia strada. Che fare ? Andar di là, per il pari più facile e invitante oppure prendere la via in salita. Quanti dubbi in entrambi i casi. Sarebbe bello percorrere, almeno per un pò tutte e due le strade, per lasciare la peggiore e seguire la migliore. Alla fine, comunque, bisognerà scegliere. E veramente si crede di scegliere, convinti di aver fatto uso della ragione o dell'intuito o chissa cosa. In realta, qualunque scelta si faccia, qualunque scelta si creda di aver fatto, non abbiamo scelto un bel niente. Come faccio a dire questo ? Semplice, il momento della scelta non esiste, in realtà il bivio che sembra rappresentare due strade, due possibilità, il bivio che sembra rappresentare una scelta, altro non è che un'unica strada, quella che noi imboccheremo, la nostra strada. L'altra non esiste, quindi niente da scegliere.

lunedì 19 maggio 2008

Sbagliando si impara

A volte, se uno non sa perchè va a fare l'aikido, allora può darsi che lo stia facendo per sbaglio. Molti di questi, quando scoprono che sbagliano, smettono; ma non sempre è così. Altre volte alcuni, forse fiduciosi del detto che "sbagliando si impara", insistono, insistono a sbagliare fino a che cominciano a capire quello che stanno facendo ed i relativi perchè. E' qui che si rivela la grande capacità educativa dell'aikido. Quando l'azione protratta educa il pensiero. Resta da meditare sul fatto che se uno protrae un'azione sbagliata, anche il cervello viene educato in maniera sbagliata. Quindi l'aikido bisogna farlo bene e per farlo bene bisogna partecipare assiduamente ed accettare le lezioni da qualsiasi parte vengano. Poi un giorno vi dirò da dove vengono le lezioni.

martedì 6 maggio 2008

Robe di Ki.

Chi dice che non lo vede: lo vede, chi dice che non lo sente: lo sente. E' il ki. Si dice che il ki fluisce meglio dalle punte e dagli spigoli. Ecco perchè tutti prontamente li evitano. In realtà in molti credono di evitare l'impatto con gli ostacoli per mezzo della ragione, invece lo fanno per effetto del ki che emana dall'ostacolo stesso e che li respinge facendoli stare un pò più in là. Certamente, se uno è distratto, non sente questa emanazione e può facilmente impattare nell'ostacolo. Allora cosa può fare se non far finta di niente ?

martedì 29 aprile 2008

Il buon maestro mattonella

Anche stamani, Lei è inciampata su quella mattonella staccata del pavimento del corridoio tra la camera ed il bagno. La mattonella ha urlato il suo dolore ed anche lei. Questa non è l'unica: un'altra mattonella staccata è proprio là in mezzo al salotto. Quest'ultima è mobile da sempre e non è mai stata riattaccata. Lei ha detto: "ma cosa cazzo aspetti a sistemare queste mattonelle ?! Vuoi proprio che si rompano ? ". Non ho risposto. Secondo me queste mattonelle sono due maestri Zen che abitano in casa mia. Ci puoi inciampare solo una volta: la prima, quando non lo sai. Da quella volta in poi ogni volta che ci inciampi vuol dire che non hai capito la lezione. Miyamoto Musashi riconobbe un maestro nel chiodo che gli ferì gravemente un piede. I miei maestri sono più buoni. Ma se non si sentono le parole dei buoni maestri allora potrebbero arrivare le grida dei maestri cattivi. O devo dire che costoro stanno già gridando ?

martedì 22 aprile 2008

Se non vuole farsi fare la tecnica, non gliela fai.

Ieri sera ho praticato aikido, ho fatto una tecnica con un 'cintura nera' molto bravo. Ho avuto da lui una lezione fantastica. In meno di 10 minuti mi ha dimostrato che quando uno non vuole farsi fare una tecnica, quella tecnica non gliela fai. Il grande insegnamento è sceso su di me senza che io proferissi parola, nel miglior spirito dell'aikido. La tecnica era 'shionage'. Quando la eseguiva il mio compagno gli veniva benissimo. Comportandomi da buon ukè seguivo alla meglio delle mie possibilità le direzioni che imponevano i suoi movimenti. Quando invece l'esecutore ero io, non essendo molto bravo, sbagliavo sempre. Nonostante tutto il mio impegno per fare come diceva lui, continuavo a sbagliare e non c'è stato modo di riuscire a fare niente di buono. Strano, mi pareva di conoscere quella tecnica, almeno nei suoi movimenti di base, ed invece ieri sera ho capito che non la conosco affatto. Durante l'esercizio, la voglia di dire qualcosa, di trovare una spiegazione razionale al mio insuccesso è stata forte, ma ho resistito, non ho parlato. Ho intensificato la mia concentrazione su 'Mu' e ho lasciato che il tempo fluisse via. Quando il Maestro ha imposto il 'seiza' ho salutato bene il mio compagno ringraziandolo come faccio sempre e sono andato a sedere. Dato che non è la prima volta che mi succede, un dubbio mi rimane: è la fortuna oppure sono proprio io che mi merito queste fantastiche lezioni ?

lunedì 21 aprile 2008

Domenica: La legna che cammina

In seguito alla fantastica giornata zen di sabato, domenica pomeriggio ho potuto assistere al miracolo della legna che cammina e va a posto. Pezzo dopo pezzo, la legna è andata a collocarsi nella catasta che si vede nella foto. Così anche l'anno prossimo ci si potrà scaldare. L'appuntamento con lo zen è per venerdì 25 per la pulizia del bosco, la classica seduta (za) di meditazione (zen) e la ancor più classica seduta con le gambe sotto il tavolino.

venerdì 18 aprile 2008

Sabato: giornata Zen nel bosco

Sperando nel bel tempo: andrò sulla montagna. Saranno ore di zen con l'ascia ed il pennato. Chi vuole può partecipare. Non è obbligatorio lavorare, ma come dice la canzone: chi non lavora non fa l'amore. Soprattutto deve stare zitto e non rompere le scatole. Chi si porta da mangiare e da bere mangia insieme agli altri condividendo insieme al cibo, la pace ed i suoni del bosco. Chi non vuole mangiare si riposa e medita liberamente. Si ribadisce la necessità di non inquinare l'ambiente con le parole superflue.

giovedì 17 aprile 2008

E' nato il mio blog. [My blog is born]

Cosa dire ? Non c'è niente da dire se non quello che si dice normalmente in questi casi. Allora meglio stare zitti e lasciar parlare gli altri che comunque sarebbe meglio che stessero zitti.